Ottimo per l’estate, saporito e perfetto per fare piatti freschi, leggeri e veloci, ecco tutti i motivi per mangiare (e rivalutare) il tonno in scatola
Esistono diversi motivi per cui mangiare il tonno in scatola risulta essere una buona idea, e non solo per gli studenti universitari fuori sede, per chi ha pochi minuti a disposizione per pranzare e per chi non è pratico in cucina. Il tonno in scatola, infatti è molto versatile e si presta a diverse ricette, come pasta fredda, insalate e panini, si possono fare scorte senza paura che scada in poco tempo e, soprattutto, ha ottime proprietà nutrizionali, risultando, quindi, perfetto per una dieta equilibrata e varia. Ma vediamo più nel dettaglio tutte le sue qualità.
Tonno in scatola, quali sono i suoi vantaggi?
Partiamo col dire che la Sinu (Società Italiana di Nutrizione Umana) all’interno della tabella dei Larn (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) consiglia un’assunzione settimanale di 50 grammi di pesce in scatola alla settimana per gli adulti medi con una dieta di circa 2000 calorie giornaliere. Il peso si riferisce, naturalmente, al prodotto “sgocciolato”, ovvero senza olio aggiuntivo, poiché più olio c’è più risulta grasso e quindi calorico.
L’Ancit (Associazione Nazionale Conservieri Ittici) ha divulgato le informazioni riguardo gli ultimi studi sugli effetti del tonno in scatola, utili per diffondere le notizie su tutte le qualità di questo prodotto. Vediamo cinque motivi per mangiare il tonno in scatola.
- Il tonno in scatola ha le stesse proprietà nutrizionali di quello fresco. Per quanto molte persone tendano a pensare che il tonno in scatola sia meno genuino di quello fresco, diversi studi hanno dimostrato il contrario. Come il tonno fresco, infatti, il tonno in scatola ricco di proteine nobili, vitamine e grassi buoni che contribuiscono alla salute del cuore e del sistema immunitario, prevenendo i meccanismi infiammatori che, nel corso del tempo, determinano malattie croniche come il cancro. Andrea Poli, esperto in Farmacologia e presidente di Nutrition Foundation of Italy – NFI, ha spiegato: “Grazie al trattamento termico cui è sottoposto che non impoverisce nessuno dei nutrienti essenziali presenti, il pesce in scatola mantiene di fatto le stesse proprietà del pesce fresco”. E sempre Poli puntualizza che a fare la differenza in questo caso è la cottura. “In cucina, attenzione alle modalità di trattamento e di cottura del pesce prima del consumo: la frittura ne riduce, in modo probabilmente marcato, gli effetti protettivi, che sarebbero invece mantenuti da tecniche meno aggressive. Nessuna perdita nutrizionale o funzionale significativa si osserva per contro nella preparazione del pesce in scatola”.
- Il tonno in scatola aiuta a prevenire i tumori dell’apparato gastrointestinale. Una ricerca condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, poco meno di un anno fa, ha dimostrato che consumare due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio (pari a 160 g) riduce del 34% il rischio di insorgenza di tumore al colon-retto. La stessa ricerca ha evidenziato che inoltre il pesce in scatola ha un ruolo favorevole nel ridurre il rischio di insorgenza di tumori del cavo orale, della faringe e dello stomaco. Questi dati contribuiscono ad annoverare il pesce in scatola tra gli alimenti alla base di una dieta sana ed equilibrata.
- Il tonno in scatola ha più proteine di una fetta di carne. Il trattamento cui è sottoposto il tonno in scatola, ovvero conservato in olio e sale senza additivi artificiali e chiuso ermeticamente in una scatoletta, lo rende sicuro in modo naturale e non lo deteriora nemmeno dal punto di vista dei valori nutrizionali. Per esempio, per quanto riguarda le proteine in una scatoletta di tonno ce ne sono 25 grammi per 100 di alimento, contro le 21 del tonno fresco e le 20 di un filetto di bovino adulto crudo.
- Del tonno, come del maiale, non si butta via nulla. Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista all’Università Campus Biomedico di Roma, riportando i dati di una ricerca condotta dalla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) di Parma, ha spiegato come “L’olio della scatoletta di tonno è un alimento da non eliminare, ma da riutilizzare in cucina, perché si arricchisce, a contatto col tonno, dei grassi polinsaturi, in particolare composti da acidi grassi Omega 3 (DHA) e di vitamina D (colecalciferolo), naturalmente non presenti nell’olio d’oliva”.
- Il tonno in scatola contiene poco sale. In una scatoletta di tonno da 80 grammi (pari a 52 grammi di tonno sgocciolato), ci sono in media 0,16 grammi di sodio, ovvero la stessa quantità di una fetta media di pane di 50 grammi o di 100 g di mozzarella, vale a dire il 10% della quantità di sodio che dovremmo assumere giornalmente.