Lo strudel rappresenta non solo una prelibatezza gastronomica ma anche un viaggio attraverso culture e tradizioni diverse
L’arte culinaria del Trentino Alto Adige ci regala uno dei dolci più amati e conosciuti: lo strudel di mele. Questa prelibatezza, che ha attraversato i confini regionali per diventare un simbolo della pasticceria italiana, affonda le sue radici in una storia antica e affascinante.
Le origini dello strudel
Nonostante sia considerato un classico della cucina trentina e altoatesina, lo strudel di mele nasconde origini ben più lontane. La sua storia inizia con la baklava turca, passando attraverso le mani esperte di cuochi dell’impero austro-ungarico, fino ad arrivare nelle nostre case.
Il termine “strudel” infatti significa “vortice”, riferendosi alla tecnica con cui viene avvolta la pasta matta attorno al ripieno di mele, uvetta, pinoli e cannella.
Strudel di mele: la ricetta originale
La tradizione vuole che ogni famiglia abbia la propria versione dello strudel di mele, ma alcuni ingredienti rimangono immancabili: farina 00, pinoli, uvetta sultanina, zucchero di canna per il ripieno; burro e zucchero a velo per finire. La scelta delle mele è fondamentale: nella ricetta proposta da Gianluca Fusto si utilizzano tre varietà diverse (Granny Smith, Pink Lady e Renetta) che conferiscono al dolce una consistenza cremosa unica.
Lo strudel secondo Gianluca Fusto
Il cioccolatiere e pasticcere milanese Gianluca Fusto porta nel suo cuore questo dolce legato ai ricordi d’infanzia. La sua versione dello strudel mantiene il ripieno tradizionale insegnatogli dalla madre friulana ma introduce una rivisitazione nella preparazione della pasta. L’utilizzo dell’olio di semi (preferibilmente di vinaccioli) nell’impasto conferisce alla pasta quella elasticità necessaria a renderla sottile quasi come fosse trasparente.
Preparazione dello strudel
La realizzazione dello strudel richiede pazienza e precisione. Dopo aver impastato farina 00 con acqua tiepida ed olio fino ad ottenere un composto elastico ed omogeneo si procede con il riposo sotto una pentola calda rovesciata. Il ripieno vede le mele tagliate finemente arricchite da uvetta precedentemente ammollata in grappa o acqua tiepida; pinoli tostati nel burro insieme a pangrattato aromatizzato alla cannella completano il tutto.
Una volta stesa la pasta su un telo cosparso con fecola di patate si procede all’assemblaggio del dolce disponendo prima uno strato uniforme di pangrattato tostato poi le mele condite pressandole bene prima dell’avvolgimento finale aiutandosi col telo stesso.
Infine lo spennellamento abbondante con burro fuso mescolato al sugo delle mele prima della cottura garantisce quella croccantezza esterna caratteristica contrapposta alla morbidezza del cuore fruttato interno.
Lo strudel rappresenta non solo una prelibatezza gastronomica ma anche un viaggio attraverso culture e tradizioni diverse che si incontrano in questo dolce simbolo dell’accoglienza montanara trentina.