Proroga dello smart working per i lavoratori fragili e i genitori di figli under 14
Lavoratori fragili e genitori di figli under 14 potranno continuare a lavorare in smart working. È una delle principali novità introdotte dal decreto Lavoro, approvato in via definitiva dal Parlamento lo scorso 29 giugno.
Per i primi, sia nel settore pubblico che in quello privato, la proroga si estende fino al 30 settembre 2023. Rientrano in questa categoria gli over 60, gli immunodepressi, i pazienti oncologici, quelli che devono seguire terapie salvavita o che hanno patologie croniche (come cardiopatie, diabete e obesità).
In caso non sia possibile svolgere il lavoro in smart working, il lavoratore può essere assegnato anche a una diversa mansione ma a parità di retribuzione e salve le disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali più favorevoli.
I dipendenti che lavorano nel settore privato, invece, possono richiedere al datore di lavoro di usufruire della proroga dello smart working fino al 31 dicembre 2023, ma solo se hanno almeno un figlio minore di 14 anni e a condizione che l’altro genitore non sia disoccupato o beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per sospensione o cessazione dell’attività lavorativa. La legge specifica che il diritto al lavoro agile deve essere “compatibile con le caratteristiche della prestazione“. Un requisito, questo, che permette al datore di lavoro di negare, in tutto o in parte, la concessione dello smart working.
La proroga vale anche se tra il dipendente e il datore di lavoro sono stati presi accordi precedenti. Accordi che eventualmente – in assenza di ulteriori proroghe o modifiche della legge nazionale – torneranno a essere validi a partire dal 1° gennaio 2024.
La possibilità di lavorare da remoto era stata introdotta durante la pandemia come misura per arginare la diffusione del Covid-19. Nato prima dell’emergenza sanitaria per agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle persone, soprattutto delle donne, lo smart working è in genere caratterizzato dall‘assenza di vincoli di orario e di spazio e viene organizzato secondo fasi, cicli e obiettivi, in base agli accordi tra dipendente e datore di lavoro.
Poco diffuso in Italia in era prepandemica, il lavoro agile è disciplinato dalla legge 81 del 2017, nella quale si specifica che ai lavoratori in smart working viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È quindi prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali.
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