Come funziona il salario minimo negli altri Paesi europei? Chi ce l’ha e chi no? Proviamo a fare chiarezza mentre in Italia il dibattito sul tema è più acceso che mai.
È tornato ad accendersi il dibattito sul tema del salario minimo. Sono, da tempo, numerose le forze politiche che spingono per la sua adozione anche in Italia. Al momento, però, al di là delle discussioni, poco si è fatto dal punto di vista formale. A rinvigorire il confronto ci ha pensato Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio, che inizialmente si era mostrato molto freddo, ha improvvisamente aperto al dialogo. Certo, la stessa Meloni dovrà fare i conti con le diverse posizioni interne alla sua maggioranza. Basti pensare che, soltanto pochi giorni fa, il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone sosteneva che “il salario minimo non serve“.
Salario minimo nei Paesi europei: il quadro della situazione
Se in Italia il dibattito è aperto e acceso, viene spontanea una domanda: come funziona negli altri Paesi dell’Unione? In tutta Europa, oltre all’Italia, sono soltanto quattro i Paesi a non avere un salario minimo. Stiamo parlando di Svezia, Finlandia, Danimarca e Austria. Svezia e Danimarca, in questo senso, sono molto simili al nostro Paese. Seguono, infatti, modelli basati sulla negoziazione dei contratti collettivi e dei livelli salariali da parte dei sindacati.
Entrando nel dettaglio di chi l’ha adottato abbiamo:
- La Germania, dove il salario minimo è stato introdotto nel 2015 e a fine 2022 è aumentato da 10,45 a 12 euro lordi all’ora, per un totale di 2.080 lordi mensili.Un ulteriore aumento è previsto nel 2024.
- Il Belgio, che ha adottato il salario minimo sin dal 1975 (Gammi), che in seguito all’ultima indicizzazione del dicembre 2022 ammonta effettivamente a 1.954,99 euro lordi.
- L’Olanda, che è uno dei Paesi “storici”, considerato che adottò il salario minimo nel 1969. Attualmente ammonta a 1.934,40 lordi grazie al recente aumento del 10,15%.
- L’Irlanda, dove il salario minimo nazionale è stabilito dal National Minimum Wage Act 2000 (11,30 euro l’ora lordi e 1.909,70 euro al mese lordi). Questo sistema verrà sostituito con il “salario di sussistenza” a partire dal 2026. Il Governo è al lavoro per stabilire le nuove cifre.
- La Spagna, che ha adottato il primo salario minimo addirittura nel 1963. Oggi ammonta a 1.080 euro al mese lordi ed è determinato su base mensile o giornaliera (36 euro al giorno lordi), ma con valori inferiori per i lavoratori temporanei, stagionali e domestici.
- La Francia, dove il salario minimo è di 11,52 euro lordi all’ora, pari a 1.747,20 euro lordi mensili (per 35 ore). Venne introdotto nel 1950.
Il salario minimo nel mondo
E fuori dall’Europa? Il panorama è sicuramente variegato. In Gran Bretagna, per esempio, è stato introdotto nel 1998 e va dalle 5,28 sterline (6,07 euro) lorde per i lavoratori sotto i 18 anni, alle 7,49 sterline (8,58 euro) da 18 a 20 anni, alle 10,18 sterline (11,66 euro) da 21 a 22 anni e alle 10,42 sterline (11,94 euro) da 23 anni e oltre. In Svizzera, invece, non esiste un salario minimo nazionale, ma alcuni cantoni lo hanno stabilito. Si va da circa 19,75 (20,31 euro ca.) franchi lordi all’ora definiti dal Canton Ticino ai 24 franchi dal Cantone di Ginevra (24,45 euro).
E ancora, in Messico il salario minimo di 344,93 euro lordi, che arriva fino a 519,48 euro per i dipendenti che si trovano e lavorano negli Stati vicini al confine con gli Stati Uniti. In Australia il salario minimo nazionale viene rivisto ogni anno ed è attualmente di 21,38 Aud all’ora (circa 13,17 euro) o 812,60 Aud (circa 500,49 euro) a settimana lordi. Negli Usa, infine, il salario minimo orario è fissato dalla legge federale a 7,25 dollari.
E in Italia? Il dibattito ruota intorno ai 9 euro l’ora. Qualcuno, però, li reputa troppi.