Il recente viaggio di Antony Blinken a Pechino, per far visita ministro degli Esteri cinese Qin Gang e al presidente cinese Xi Jinping, è la prima visita di un segretario di Stato americano alla Cina negli ultimi cinque anni. Cosa significa questo per le relazioni tra le due superpotenze?
I rapporti tra Cina e Usa rimangono tesi, nonostante i tentativi di distensione delle ultime settimane. La visita di Antony Blinken, infatti, ha rappresentato il primo viaggio di un segretario di Stato statunitense in Cina negli ultimi cinque anni. Blinken ha fatto visita al ministro degli Esteri cinese Qin Gang e al presidente cinese Xi Jinping e, al termine dell’incontro, ha definito il colloquio “franco, chiaro e costruttivo“. Una condizione non ancora sufficiente, considerato che Qin Gang ha aggiunto come i rapporti tra le due superpotenze siano “al punto più basso dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche, il che non è conforme agli interessi fondamentali dei due popoli, né soddisfa le aspettative comuni della comunità internazionale“.
La gaffe di Biden e i rapporti Cina-Usa
A contribuire a peggiorare una situazione già abbastanza deteriorata ci ha pensato, pochi giorni dopo la visita di Blinken, Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti in un suo discorso ha definito Xi Jinping un “dittatore”, provocando la reazione della Cina. L’ambasciatore cinese negli Usa, Xie Feng, non ci è andato leggero, definendo le parole di Biden “una violazione della dignità politica della Cina” che rischia di “minare la fiducia reciproca”. Dalla Cina è arrivato anche l’invito agli Usa a “onorare i propri impegni. Altrimenti, dovrà sopportarne tutte le conseguenze“.
La situazione attuale
Al di là delle parole di Biden, Blinken è tornato dalla Cina con alcuni punti di contatto su cui lavorare. Stati Uniti e Cina hanno confermato di voler “gestire efficacemente le divergenze e di promuovere il dialogo, gli scambi e la cooperazione”. Non solo: i due Paesi hanno concordato di mantenere interazioni “di alto livello” e Blinken ha invitato formalmente Qin Gang a visitare gli Stati Uniti. Inoltre da entrambe le parti sembra esserci l’impegno a continuare a portare avanti le consultazioni “sui principi guida delle relazioni bilaterali”.
Come detto, però, le criticità permangono. Secondo quanto riferito da Reuters, la Cina vorrebbe che gli Usa ritirassero le sanzioni ai danni del ministro della Difesa Li Shangfu, come segnale di distensione. Shanfu è nella lista nera statunitense per aver cooperato con la Russia nell’acquisto di caccia e sistemi missilistici di contraerea, venduti dalla russa Rosoboronexport a Pechino. La Cina vorrebbe anche ricevere segnali di distensione concreti. Nello specifico, l’allentamento del pattugliamento delle coste cinesi e la fine della vendita di armi a Taiwan da parte degli Stati Uniti, due strade particolamente complesse da percorrere.