Il giornalista di Libero, approdato recentemente e non senza polemiche in Rai, è nell’occhio del ciclone per un suo articolo sul caso del presunto stupro che coinvolge il figlio di Ignazio La Russa e per la denuncia presentata dalla ex moglie, che lo accusa di stalking. Scopriamo qualcosa di più di lui e della sua storia professionale.
Filippo Facci è nell’occhio del ciclone. Il giornalista di Libero è stato recentemente ingaggiato dalla Rai, non senza polemiche, ma la sua posizone è ora in bilico. L’accordo con la Tv di Stato, che prevede una striscia quotidiana di 5 minuti prima del Tg2 delle 13, a partire dal 18 settembre, non è stata formalizzata. Anzi, sono in corso delle valutazioni e potrebbe saltare. Il motivo? Un articolo dello stesso Facci sul caso di presunto stupro che coinvolge il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa.
A finire nel mirino è stato, come detto, un articolo firmato da Facci su Libero dell’8 luglio, sul presunto stupro di una ragazza da parte di Leonardo La Russa, figlio di Ignazio. “Lei aveva in corpo Xanax (per l’ansia o per dormire), fluoxetina (è il vecchio Prozac, antidepressivo, ma anche anoressizzante o in uso nelle terapie per i disturbi dell’alimentazione) e poi una canna e poi cocaina: ma sotto inchiesta è lui – che lei ha baciato in pubblico – e che le avrebbe dato un ulteriore farmaco, di cui per ora tuttavia non si ha notizia o traccia. Messa così, è chiusa“, si legge in uno dei passaggi incriminati. E ancora: “Le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù) e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca, prima di chiedere all’amica ‘sono stata drogata?’ anche se lo era già di suo“.
Parole che hanno sollevato un polverone e che la presidente Rai Marinella Soldi ha definito “inaccettabili”, aggiungendo che “l’azienda valuterà” cosa fare. Da tutti i partiti di opposizione sono poi arrivate richieste di un passo indietro da parte della Rai circa la possibilità di affidare a Facci una striscia quotidiana.
Il giornalista, dopo la pioggia di critiche, ha detto all’Ansa: “Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto: che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintendere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l’orgoglio personale poi“.
Al momento nero di Facci si è aggiunta, poi, la denuncia arrivata dalla ex compagna e madre dei suoi figli. La Divisione Anticrimine della Questura di Milano ha, infatti, inviato nei giorni scorsi un provvedimento di ‘ammonimento’ per stalking al giornalista sulla base delle dichiarazioni della donna. La relazione tra i due si è interrotta nel 2019 e Facci ha ora un’altra compagna.
“È un atto dovuto legato molto banalmente a delle mail che io e la mia ex moglie e madre dei miei figli ci siamo scambiati e che non le sono piaciute – ha commentato il giornalista all’Agi -. Si tratta di un atto amministrativo e impugnabile davanti al Tar il cui peso è talmente poco considerevole che non so nemmeno se lo impugneremo. Parliamo di uno scambio di mail come quelle che ci siamo scambiati nei vent’anni precedenti. È stato ritenuto un pretesto per fare una ulteriore causa da parte di questa persona che negli ultimi 4 mesi mi ha intentato 4 cause“.
Insomma, non un momento facile per il giornalista. Ma chi è Filippo Facci? Scopriamo qualcosa in più su di lui. Giornalista professionista, iscritto all’albo dal 16 ottobre 1990, ha lavorato a l’Unità, la Repubblica, L’Avanti, l’Opinione, il Tempo, Il Riformista. È stato per quindici anni editorialista de Il Giornale e attualmente è inviato speciale di Libero. Per dieci anni, tra il 1999 e il 2009, ha lavorato in Mediaset. Nato a Monza l’11 maggio 1967, oltre a essere giornalista è anche scrittore. Tra le sue opere si ricordano: Note di Note, parole per raccontare la musica di un ipocondriaco di talento (2001), Fumo negli occhi. Le crociate contro il tabacco e altri piaceri della vita (2004), Di Pietro, la storia vera (2009), Misteri per orchestra (2011), Uomini che amano troppo (2015), 30 aprile 1993. Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica (2021) e La guerra dei trent’anni. 1992-2022. Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa (2022).
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