Il documentario “Poisoned: il pericolo nel piatto,” diretto da Stephanie Soechtig e distribuito su Netflix dal 2 agosto 2023, sta scuotendo le coscienze degli spettatori e aprendo gli occhi sulle oscure verità che circondano il sistema alimentare degli Stati Uniti. Attraverso interviste a istituzioni, esperti e familiari delle vittime, il film svela la presenza persistente di malattie mortali trasmesse attraverso il cibo, evidenziando la gravità delle conseguenze per i consumatori. Il documentario, che è noto anche come “The Dirty Truth About Your Food” ha suscitato un profondo dibattito sulla qualità e la sicurezza degli alimenti che consumiamo quotidianamente e ha sollevato domande fondamentali sulla responsabilità delle aziende alimentari e dei governi nell’assicurare la sicurezza dei prodotti alimentari. E anche se non offre soluzioni definitive, stimola una riflessione non indifferente sulla necessità di una maggiore consapevolezza pubblica e di cambiamenti sistematici per garantire un sistema alimentare più sicuro ed etico.
Il documentario
Il documentario segue due storie di vittime di infezioni alimentari, una delle quali ha avuto la fortuna di sopravvivere, mentre l’altra ha perso la vita a causa di un’insalata contaminata. Le storie personali dei protagonisti sono avvincenti, ma è il contesto in cui si inseriscono che rende il documentario ancora più potente. Le interviste con esperti del settore, avvocati, medici e funzionari governativi mettono in luce la complessità della catena alimentare e le sfide che sorgono quando si tratta di garantire la sicurezza dei consumatori.
La produxione si apre con Bill Marler, un avvocato esperto nella tutela dei consumatori, che mette in luce i rischi associati a determinati alimenti. Marler afferma che le verdure a foglia larga sono ad alto rischio di contaminazione da agenti patogeni, seguite da carne, uova e arachidi. Questa prospettiva iniziale fornisce uno sguardo immediato sulla serietà della questione affrontata nel documentario.
L’approccio di Stephanie Soechtig
La regista Stephanie Soechtig è nota per il suo approccio documentaristico impegnato. Il suo stile incisivo e scrupoloso cattura l’attenzione dello spettatore senza mai perdere di vista il lato umano delle vittime coinvolte. Anche se il documentario segue una struttura tradizionale, Soechtig offre un esame attento e dettagliato del problema, cercando di aumentare la consapevolezza tra i consumatori.
Meglio vivere in Europa
Uno dei punti chiave del documentario è l’approfondimento delle differenze tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea nell’affrontare la sicurezza alimentare. Negli Stati Uniti, il sistema alimentare si basa in gran parte sulla fiducia nell’autoregolamentazione dell’industria alimentare, mentre in Europa esistono normative rigorose che stabiliscono limiti massimi per i patogeni alimentari in vari tipi di cibo. Queste normative europee mirano a ridurre al minimo la presenza di patogeni come la salmonella e l’Escherichia coli nei prodotti alimentari.
I casi presi in esame
Un episodio chiave del documentario riguarda un’epidemia di Escherichia coli (E. coli) che ha colpito Seattle nel 1992, causando la morte di quattro bambini. Questo tragico evento è stato collegato al consumo di hamburger della catena Jack in the Box, in cui la carne veniva spesso servita leggermente cruda. Questo caso ha portato a un cambiamento nella legislazione alimentare negli Stati Uniti, ma il documentario solleva interrogativi sul fatto che la responsabilità sia stata spostata sui ristoranti e i consumatori, piuttosto che affrontare il problema direttamente alla fonte.
Ma il documentario rivisita anche altre gravi epidemie alimentari che hanno colpito gli Stati Uniti dagli anni ’80 fino ai giorni nostri. Dall’Escherichia coli 0157 diffuso attraverso gli hamburger di Jack in the Box ai numerosi casi di salmonella nel pollame e nella verdura, passo passo si smascherano le complesse reti di interessi e le ambiguità politiche di un sistema che pretende di essere uno dei più sicuri al mondo.
Il ruolo delle istituzioni
Il caso di Jack in the Box, in particolare, ha avuto un impatto duraturo sul sistema alimentare americano. Il film rivela che la multinazionale era a conoscenza della cattiva cottura degli hamburger ma non ha agito in modo tempestivo per evitare la diffusione del batterio. Questo caso ha portato a cambiamenti significativi nelle regole sulla cottura della carne e ha evidenziato le sfide affrontate dalle istituzioni di controllo.
Numeri allarmanti
Attualmente, uno dei principali patogeni alimentari di preoccupazione è la salmonella, che può essere trovata in prodotti come carne di pollo, uova e verdure crude. Il documentario mette in evidenza che, nonostante l’industria alimentare sostenga che gli Stati Uniti abbiano il sistema alimentare più sicuro del mondo, ci sono ancora numerosi casi di malattie alimentari ogni anno negli Stati Uniti. Secondo il Center for Disease Control and Prevention (CDC), ci sono 46 milioni di casi di malattie alimentari all’anno negli Stati Uniti, a fronte di una popolazione di circa 331 milioni di persone.
D’altra parte, in Europa, con una popolazione di oltre 740 milioni di persone, il numero di infezioni alimentari è significativamente inferiore. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riporta 23 milioni di infezioni alimentari all’anno. Anche se c’è ancora margine di miglioramento e vi sono casi di infezioni alimentari anche in Europa, i dati suggeriscono che l’approccio europeo alla sicurezza alimentare, basato su normative rigorose, potrebbe essere più efficace nel prevenire le infezioni alimentari rispetto all’approccio statunitense basato sull’autoregolamentazione.
La morale
“Poisoned – Il pericolo nel piatto” è da vedere perché solleva questioni cruciali sulla sicurezza alimentare e pone l’accento sulla necessità di rivedere e migliorare i protocolli di sicurezza alimentare in tutto il mondo. La sicurezza alimentare è un problema globale che richiede l’attenzione delle aziende, dei governi e dei consumatori. L’obiettivo deve essere quello di ridurre al minimo i rischi legati al consumo di alimenti contaminati e garantire che tutti possano godere di cibo sicuro e salutare. Il documentario è anche un richiamo al potere del pubblico nel plasmare il futuro del settore alimentare e nell’incoraggiare un’industria più responsabile. Guardando “Poisoned,” gli spettatori potrebbero trovare la motivazione per fare scelte alimentari più consapevoli e sostenere un cambiamento positivo nel sistema alimentare. L’informazione è sempre la chiave, ed è uno dei più importanti mezzi che abbiamo a disposizione per compiere scelte libere e responsabili.
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