Per sostenere le donne in chemioterapia, ogni regione offre loro un sussidio economico per l’acquisto di una parrucca: ecco le cifre.
Quando una donna si trova a dover affrontare un percorso di chemioterapia, uno degli ostacoli che trova sul proprio percorso è quello della perdita dei capelli. Per quanto sia un danno collaterale e spesso inevitabile, ma essenziale per cercare di combattere il cancro, crea spesso ulteriore dolore psicologico e disagio personale, poiché comporta la perdita di una componente spesso essenziale dell’estetica femminile.
Un valido aiuto, in questo senso, arriva dalle parrucche. Queste capigliature finte, oggi realizzate anche molto bene, vengono spesso usate dalle donne che si sottopongono a chemioterapia per vedersi un po’ meglio allo specchio e, soprattutto, anche per arginare gli sguardi altrui. In un momento fragile come quello della chemioterapia, riuscire ad evitare gli inevitabili sguardi che spesso una testa senza capelli attira su di sé è già molto. Ecco quindi come ogni regione contribuisce all’acquisto di una parrucca.
Iniziamo dal problema: come evidenzia il 14° rapporto sulla condizione dei malati oncologici stilato nel 2022, in Italia manca una normativa uniforme in merito al trattamento di donne e uomini malati di cancro e questo comporta forti disuguaglianze, da nord a sud. Molte persone, quindi, quando si mettono alla ricerca di una parrucca si affidano alle cosiddette banche della parrucca, reti di solidarietà presenti in tutta l’Italia che mettono a disposizione le parrucche donate a loro volta da ex pazienti oncologiche, con l’unica promessa di restituirle a fine percorso, così che possano essere utili per altre persone.
L’acquisto di una parrucca, però, può essere detratto fiscalmente se motivato da una cura chemioterapica: questa spesa rientra di diritto in quelle sanitarie detraibili al 19%. Per ottenere la detrazione basta presentare un documento fiscale che attesti l’acquisto, quindi anche la documentazione medica che certifichi le cure in corso. Oltre a questo, in alcune regioni ci sono anche dei contributi regionali per l’acquisto, che variano di importo a seconda della zona.
In Lombardia, in Piemonte, in Liguria, nel Lazio, in Basilicata e in Molise l’importo arriva fino 250 euro. Si ferma a 200 euro, invece, in Trentino Alto Adige, nelle Marche e in Abruzzo mentre scende a 150 euro in Sardegna. È di massimo 300 euro in Umbria, in Puglia, in Calabria e in Toscana mentre arriva a 400 euro in Friuli-Venezia Giulia, in Veneto, in Emilia-Romagna e in Campania. Sale fino a 600 euro in Val d’Aosta, mentre in Sicilia non è previsto alcun sostegno.
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