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Oms, Long Covid: lo hanno sviluppato 36 milioni di europei

Nei primi tre anni della pandemia, ad aver sviluppato il Long Covid, sarebbero circa 36 milioni di europei, pari ad uno ogni 30 abitanti dell’Europa. Ad evidenziare questi numeri è stato Hans Henri P. Kluge, direttore della Regione europea dell’Oms. Per questi cittadini, secondo Kluge, il ritorno alla normalità sarà molto difficile: “Soffrono in silenzio lasciati indietro mentre altri guariscono dal Covid”.

Il Long Covid rimane un vuoto nella nostra conoscenza, che deve essere urgentemente colmato. Fino a quando non svilupperemo diagnosi più complete e trattamenti adeguati per il Long Covid, non ci riprenderemo dalla pandemia. È necessario che si sviluppi la ricerca e proseguire con le vaccinazioni”, ha aggiunto ancora Kluge.

Le dichiarazioni dell’Oms

Secondo il direttore dell’area europea dell’Oms, tuttavia, ci si dovrebbe concentrare sulle vaccinazioni “della parte di popolazione vulnerabile, gli anziani con altre patologie e gli immunocompromessi. Per questi gruppi dovremmo assicurare un tasso di vaccinazione di almeno il 70%, includendo anche la dose booster”.

Immagine | Pixabay @padrinan – 15gg.it

Quest’estate sarà la prima in più di tre anni che molti di noi potranno godere senza l’incombente minaccia del Covid-19. Anche se potrebbe non essere un’emergenza sanitaria pubblica globale, tuttavia, il Covid-19 non è scomparso. Quasi 1.000 nuovi decessi per Covid-19 continuano a verificarsi in tutta la regione europea ogni settimana, e questa è una sottostima a causa del calo dei Paesi che segnalano regolarmente decessi per Covid-19 all’Oms”, ha concluso Kluge.

Nel resto d’Europa

Nel frattempo, restando sul tema salute, nel territorio europeo si muovono diverse novità. Nel Regno Unito, ad esempio, il ministero della Salute ha fatto sapere che verrà eseguito uno screening nella popolazione per il cancro al polmone. Un esame indirizzato a tutte i fumotori ed ex fumatori, persone che sono quindi ritenute ad alto rischio, e che hanno un’età compresa tra i 55 e i 74 anni d’età. “Mentre ci concentriamo sul taglio delle liste d’attesa a breve termine, dobbiamo anche cercare di affrontare alcune delle sfide a lungo termine per il servizio sanitario, incluso il cancro ai polmoni che costa 35mila vite ogni anno“, ha dichiarato il primo ministro Rishi Sunak. “L’introduzione dello screening per le persone ad alto rischio tra i 55 e i 74 anni salverà vite umane, rilevando fino a 9mila tumori polmonari all’anno in una fase precoce”, era stato ancora spiegato. Secondo delle prime stime, questa fase interesserà circa 325 mila persone. Tuttavia, una volta a regime, ogni anno verrano eseguiti quasi 1 milione di test.

Lavinia Nocelli

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