Il presidente Erdogan dà il via libera a Stoccolma dopo mesi di stallo. Oggi e domani i Paesi alleati riuniti in Lettonia. Sul tavolo l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza atlantica e l’invio di nuove armi a Kiev
Cade il veto del presidente turco Recep Tayyip Erdogan all’ingresso della Svezia nella Nato e in cambio Stoccolma si impegna a sostenere il processo di adesione di Ankara all’Unione europea. Il via libera è arrivato ieri a poche ore dal calcio di inizio dell’atteso vertice dell’Alleanza Atlantica a Vilnius, in Lettonia.
“Sono felice di annunciare che il presidente Erdogan ha concordato di concedere l’ingresso della Svezia nella Nato il prima possibile”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al termine dell’incontro trilaterale con il premier svedese Ulf Kristersson e il presidente Erdogan. “Siamo stati in grado di riconciliare le preoccupazioni della Turchia e della Svezia, ora abbiamo nel testo concordato fatti passi avanti su come implementare la lotta al terrorismo, lavorare insieme come alleati e far sì che le restrizioni sull’export delle armi da Stoccolma ad Ankara siano rimosse”, ha spiegato il numero uno dell’Alleanza.
Di “una tappa storica” ha parlato del resto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Accolgo con favore l’importante passo che la Turchia ha promesso di compiere, per ratificare l’adesione della Svezia alla Nato”.
Le ha fatto eco il presidente Usa Joe Biden: “Non vedo l’ora di dare il benvenuto al Primo Ministro Kristersson e alla Svezia come nostro 32° alleato nella Nato”.
Il protocollo per la ratifica dell’ingresso della Svezia sarà sottoposto al Parlamento turco “in tempi brevi”, hanno fatto sapere fonti turche. Stoccolma dal canto suo si è impegnata a sostenere il processo di adesione di Ankara all’Ue, l’allargamento alla Turchia dell’Unione doganale e la liberalizzazione dei visti.
Dopo la domanda di adesione nel maggio 2022, a pochi mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, le trattative si erano arenate per l’opposizione di Ankara, che accusa il Paese scandinavo di sostenere e accogliere membri di organizzazioni curde, a cominciare dal Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, ritenuto dalla Turchia, al pari di Stati Uniti e Unione Europea, un’organizzazione terroristica.
Un punto, la questione curda, su cui il governo guidato da Ulf Kristersson ha dato ampie garanzie. Nessun sostegno ai separatisti curdi, dei quali Ankara esige l’estradizione, e rimozione di ogni tipo di ostacolo commerciale o sanzione nei confronti della Turchia. Stoltenberg, dal canto suo, ha aggiunto che la Nato nominerà il suo primo “coordinatore speciale per l’antiterrorismo”, una richiesta del governo turco. Già nei mesi scorsi del resto, su pressione turca, il governo di Stoccolama aveva fatto ampie concessioni riformando la propria legislazione antiterrorismo e rendendo un reato l’appartenenza o il sostegno all’organizzazione terroristica.
Superato l’ostacolo maggiore, sul tavolo dell’Alleanza atlantica restano dossier pesanti su cui i Paesi membri proveranno tra oggi e domani a trovare una convergenza, dall’adesione dell’Ucraina alla Nato all’invio di nuove armi a Kiev, inclusa la questione controversa della fornitura di bombe a grappolo decisa dagli Stati Uniti. E ancora: il rafforzamento del fianco Est dell’Alleanza, i rapporti con la Cina e la spesa militare dei Paesi alleati.
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