L’ex ministro dell’Istruzione commenta all’Ansa la traccia proposta dal Miur che lo riguarda. “A giugno 2022 abbiamo fatto esami scritti, scelta sbagliata anche da un punto di vista educativo”.
Sono ufficialmente iniziati questa mattina gli esami di maturità 2023. Partenza con la prova di italiano per i 536.008 maturandi che, ancora per poco tempo, avranno diritto a elaborare il proprio tema. Poi, penna giù e consegna del tema. Tra qualche sorpresa per le tracce proposte dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per la prima prova (per i testi scelti più che per i temi) non è mancata la polemica.
Il riferimento specifico è alla traccia di tipologia C, quindi uno dei temi di attualità, che chiede ai candidati di prendere spunto dalla lettera aperta che parte del mondo accademico e culturale scrisse nel 2021 all’allora Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi chiedendo la reintroduzione delle prove scritte alla maturità durante il periodo pandemico. “In questa traccia vedo un attacco diretto nei miei confronti e non ce ne era motivo: ho lavorato tutto l’anno, da ministro, con centinaia di docenti e milioni di famiglie per riportare i ragazzi a scuola durante la pandemia“, ha dichiarato all’Ansa l’interessato, l’ex ministro Bianchi, appunto. Per altro, l’anno scorso la maturità è stata fatta prevedendo gli esami scritti.
“È stato fatto un errore a proporre questa traccia, anche dal punto di vista educativo. E la trovo pretestuosa dal punto di vista politico, perché vuole colpire tutti quelli che hanno lavorato per il bene della scuola“, ha aggiunto Patrizio Bianchi. Il punto, per l’ex titolare del dicastero dell’Istruzione, è che oggi i ragazzi sono stati chiamati a scrivere su un fatto inesistente, non verificatosi nella realtà: “A giugno dello scorso anno abbiamo fatto degli esami scritti, proprio perché i ragazzi avevano potuto frequentare le lezioni in presenza, sottoponendo ai maturandi una serie di ottime tracce. Quindi oggi spingono i ragazzi a scrivere su una lettera che è stata poi è contraddetta dalla realtà, un fatto inesistente, dunque. Anche dal punto di vista educativo è sbagliato“.
Nella spiegazione-sfogo, Bianchi ricorda le scelte fatte nel 2021 in piena pandemia e le decisioni prese per riuscire a riportare gli studenti in classe, a sostenere la maturità nel 2022. “Nel 2021 – ricorda – abbiamo fatto quello che era giusto e ragionevole, garantendo comunque, nonostante fossimo in piena pandemia, gli esami per tutti, come del resto ha scelto giustamente di fare quest’anno il ministro Giuseppe Valditara nelle zone alluvionate. Ho lavorato poi tutto l’anno con centinaia di docenti e milioni di famiglie per riportare i ragazzi a scuola” e a giugno 2022 si sono tenute le prove scritte. Infine, ci tiene a precisare l’ex ministro, “quella lettera, scritta da un un gruppo di persone autorevoli, non fu inviata neppure a me, formalmente non l’ho neppure ricevuta, fu mandata ad un giornale“.
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