Italiani e lavoro, è crisi: per 3 su 10 è fonte di malessere

Pubblicati i risultati del Rapporto Italia 2023 di Eurispes: gli italiani lamentano carichi eccessivi di lavoro e mancanza di tempo per sé

Il mondo del lavoro sta cambiando e, come sembra, anche il rapporto tra gli italiani e il lavoro stesso. O meglio, stando agli ultimi dati raccolti dal Rapporto Italia 2023 di Eurispes, sta cambiando quello che gli italiani vogliono dal proprio impiego.

La prima conseguenza di questo fenomeno l’abbiamo vista con i dati arrivati a inizio 2023. A gennaio di quest’anno, infatti, contavamo oltre 1,6 milioni di dimissioni registrate nei primi nove mesi dell’anno precedente, per un totale del 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state registrate più di 1,3 milioni. I numeri parlano quindi di una fuga generale dal mondo del lavoro, e quello che stiamo vivendo sarebbe proprio il fenomeno delle “grandi dimissioni“.

Pessimismo sul futuro e malessere sul posto di lavoro

Ora, il malessere generale degli italiani nei confronti del proprio lavoro trova conferma nei dati pubblicati dal rapporto Eurispes per il 2023. Numeri e percentuali rivelano, con forza, il generale pessimismo degli italiani. Stando ai dati rilevati dall’indagine, il 53,8% dei cittadini indica che l’andamento dell’economia del Paese nel corso dell’ultimo anno è peggiorato. E la pandemia ha portato pessimismo: fino al 2020 prevaleva infatti l’opinione secondo cui la situazione fosse sostanzialmente stabile. Poco ottimismo anche se si pensa al futuro economico dell’Italia nei prossimi 12 mesi, anche se in molti sperano nella stabilità, si legge nel Rapporto.

Impiegato stanco alla propria scrivania
Foto | Pixabay @Mohamed_hassan – 15giorni.it

Ma quali sono, per Eurispes, le motivazioni principali che provocano negli italiani disagio e malessere sul posto di lavoro? Carichi troppo pesanti di lavoro (44,3%) e mancanza di tempo per sé (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. Seguono: rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), gli spostamenti casa-lavoro (33,6%), assenza di stimoli professionali (31,2%); mentre circa il 30% lamenta rapporti conflittuali con i colleghi oppure malessere psicofisico associato al lavoro.

Italiani al lavoro per più ore rispetto alla media europea

Il 27,4% soffre l’insicurezza del posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato dalla precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta l’irregolarità nei pagamenti. Nell’ultimo anno alcuni hanno svolto un doppio lavoro (32,9%), hanno lavorato senza contratto (20,1%), hanno svolto un lavoro meno qualificato rispetto alle proprie competenze (23,6%) o un lavoro notturno (15%). Il 35,6% ha lavorato da casa.

impiegato dell'industria metalmeccanica
Foto | Pixabay @emirkrasnic – 15giorni.it

Tra chi ha abbandonato il lavoro e chi ha pensato di farlo, emerge che questo è avvenuto a causa delle mancate retribuzioni (24,4%), perché vittima di mobbing (26,7%), per mancanza di un contratto (21,2%), per aver subìto molestie sessuali (12,6%).

Allo stesso tempo, secondo l’Eurostat, il 9,4% dei lavoratori italiani (circa 2 milioni su 23) dedica alla propria occupazione quasi 50 ore a settimana contro le canoniche 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni). Un dato ben superiore alla media europea, che si attesta al 7%. Troppe ore, evidentemente, per stipendi che sono tra i più bassi dell’Eurozona.

Gestione cookie