In passato la Lega era favorevole al salario minimo: le giravolte di Salvini

Matteo Salvini e il salario minimo, un rapporto pieno di… giravolte. Il leader del Carroccio negli anni si è detto varie volte sia favorevole sia contrario. Da che parte sta?

Salario minimo sì, salario minimo no, salario minimo… forse. In Italia impazza il dibattito sul tema del salario minimo, fuori e dentro le aule della politica. La Commissione Lavoro della Camera sta discutendo una proposta di legge unitaria dei partiti di opposizione, a eccezione di Italia Viva, che ha già presentato un emendamento a firma Marattin, Boschi e Del Barba. L’obiettivo è introdurre in Italia un salario minimo da 9 euro lordi all’ora. Le forze di maggioranza, nei giorni scorsi, sembravano orientate ad affossare immediatamente la proposta, tramite un emendamento. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha, però, aperto al dibattito sul tema e si attendono ora gli sviluppi. Tra i partiti che si professano contrari all’introduzione della misura c’è anche la Lega di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio, che ora è contrario, in passato non era della stessa idea. Ripercorriamo, nel dettaglio, le numerose giravolte di Salvini.

Salvini e il salario minimo: lo vuole o no?

Per capire da che parte sta Salvini sul tema o almeno provarci occorre tornare indietro al 2017. È di allora un tweet del segretario del Carroccio che dice: “Fermare le partenze, bloccare i barconi, espellere i clandestini, combattere mafie e caporalato, prevedere un SALARIO MINIMO che impedisca schiavitù e sfruttamento. Si può, anzi si deve“. Parole emblematiche, rivolte all’allora presidente del Consiglio Gentiloni, che guidava un Governo con l’appoggio del Partito Democratico.

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini
Immagine | Ansa @Fabio Frustaci – 15giorni.it

La linea salviniana sul salario minimo viene confermata l’anno dopo. Nel programma della Lega per le elezioni politiche del 2018 si legge a chiare lettere la necessità di introdurre una retribuzione minima per tutti i lavoratori.

La prima giravolta salviniana

Tutto chiaro? Neanche per scherzo. Salvini va al Governo con il Movimento cinque stelle, ma cambia idea sul salario minimo. Lo fa in primis ancora attraverso i social. Sempre tramite il suo Twitter spiega, infatti, come sia necessario abbassare le tasse prima di pensare all’introduzione di un salario minimo. Questo non deve ricadere, secondo Salvini, in nessun modo su artigiani e commercianti. È il primo segnale di una giravolta che si concretizza poco dopo. Cade il Governo Conte e in un’intervista Salvini definisce il salario minimo “una boiata”, che avrebbe come effetto quello di abbassare il salario di tutti quelli che non saranno coinvolti nella misura.

Una linea nuova rispetto al passato, ma che lo stesso Salvini rimarca anche nel 2022. Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative spiega che, per lui, il salario minimo in Italia non può funzionare. Nel programma per le Politiche, però, la Lega inserisce di nuovo la necessità di creare un salario minimo pari a quello stabilito dai Contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) più diffusi.  Una forma diversa da quella attualmente in discussione, ma comunque un salario minimo.L’ennesima giravolta.

E adesso? Adesso, nonostante il programma, la Lega è tornata a dirsi contraria alla misura che, secondo il Carroccio, potrebbe risultare addirittura un boomerang per i lavoratori. Vedremo…

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