Nel calcio non è raro che il genio sia associato alla follia e che grandi campioni compiano gesti che decidono un match o una carriera.
Chi non ricorda la “mano di Dio“, uno dei gol più iconici e importanti nella storia del calcio e non solo. Fu Diego Armando Maradona a segnarlo, nei quarti di finale dei campionati di mondiali di calcio del 1986, ai danni dell’Inghilterra, partita dove per altro segnò un altro memorabile gol, consentendo alla sua Argentina di sconfiggere gli odiati britannici.
Eppure quel gol, che lo stesso Maradona dichiarò segnato dalla “mano di Dio”, fu in realtà una rete irregolare. “El pibe de oro” non colpì la palla di testa, ma la impattò con il pugno, superando così il portiere avversario. Un gol leggendario, che oggi sarebbe annullato dalla tecnologia, ma che ha regalato al calcio una delle storie più incredibili. Genio e follia di un grande campione, ma anche altri giocatori hanno unito queste peculiarità in campo e fuori.
Il campionato è quello inglese, il più antico e il più amato dai tifosi di questo sport, dove agonismo, grinta e velocità la fanno da padroni. Con stadi pieni di tifosi ai bordi del campo, che non sempre sono esempi di sportività. Gennaio 1995, la partita è Cristal Palace contro Manchester United, quest’ultimo impegnato a inseguire la vetta della classifica.
È un partita dura, accesa, giocata con contrasti fisici decisi, quasi eccessivi. Con lo United milita un grande attaccante, il francese Eric Cantona amato dai suoi tifosi e già premiato come calciatore dell’anno in Inghilterra, ma con un pessimo carattere irruento e aggressivo. La sfida è difficile e i difensori avversari intervengono senza tregua contro il francese.
Alla fine del primo tempo, Cantona rientra negli spogliatoi molto nervoso, carico di rancore contro avversari e arbitro, reo di non fare il suo lavoro, secondo il bomber francese. Il temperamento fumantino di Cantona era noto, già in Francia aveva subito lunghe squalifiche per il suo comportamento e le sue reazioni contro pubblico e giudici sportivi.
La partita contro il Crystal Palace non promette nulla di buono per Eric. Al rientro in campo il gioco duro continua e Cantona reagisce, liberandosi della marcatura del difensore con un violento calcio. L’espulsione è immediata. Scoppia un parapiglia, sedato a stento. Ma le cose non finiscono là. Mentre Cantona abbandona il campo tra i fischi dei tifosi del Crystal, uno di questi lo offende pesantemente.
Parte la reazione di Eric: scatta verso il pubblico e con un calcio stile kung fu colpisce al petto il tifoso avversario, noto per essere un violento con precedenti penali alle spalle. Cantona fu squalificato, anche per le sue dichiarazioni successive, e condannato ai lavori socialmente utili. Riprenderà a giocare solo 10 mesi dopo, segnando ancora molto per il Manchester United, prima di ritirarsi.
Il suo gesto fu simbolo di genialità e sregolatezza, ma non lo allontanò dai tifosi dello United che continuano ad amarlo tuttora. Il francese non si è mai pentito del suo colpo, come ha ribadito più volte. Genio e follia lo hanno regalato alla leggenda del calcio.
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