Dopo la visita a Kiev all’inizio di giugno, l’inviato del Papa fa tappa nella capitale russa per incoraggiare “gesti di umanità che possano contribuire a favorire una soluzione”
Dopo Kiev è la volta di Mosca. Prosegue la missione del Cardinal Zuppi per tentare di riportare la pace in Ucraina. A poche settimane dalla visita nella Capitale ucraina, oggi l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana è partito alla volta di Mosca. L’inviato di Papa Francesco, accompagnato da un ufficiale della Segreteria di Stato, resterà nella Capitale russa fino a giovedì con l’obiettivo, si legge in una nota della Santa Sede, di “incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”.
Al momento non è nota l’agenda del cardinale né si conoscono i dettagli sugli incontri istituzionali in programma. Certo è che nei giorni scorsi Zuppi aveva espresso l’auspicio di un colloquio anche con il patriarca Kirill, con l’obiettivo, presumibilmente, di riallacciare il filo delle relazioni tra il Pontefice e il capo della Chiesa ortodossa russa, molto vicino al presidente Vladimir Putin.
La prima tappa a Kiev
La prima tappa della missione vaticana si è svolta il 5 e il 6 giugno scorsi, quando Zuppi ha incontrato, tra gli altri, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la vicepremier Iryna Vereshchuk. Una missione che, come ha più volte spiegato il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, non ha come “scopo immediato la mediazione”, al momento impossibile. Per la Santa Sede si tratta piuttosto di “favorire il clima e l’ambiente” utili a “raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità per allentare le tensioni”.
La “diplomazia umanitaria” del Vaticano dunque non si ferma, malgrado i giorni turbolenti che hanno minacciato di precipitare la Federazione russa nel caos, con la “marcia su Mosca” guidata da Yevgeny Prigozhin, capo della compagnia di mercenari russi Wagner.
La missione è stata voluta fortemente da Papa Francesco, che ha scelto non a caso come proprio inviato il cardinal Zuppi, noto per essere stato tra gli artefici della pace in Mozambico, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, e aver dato un contributo significativo alla pacificazione in Congo, Burundi e Guatemala.
“Faremo tutto il possibile, in piena sintonia con il Santo Padre”, ha assicurato solo pochi giorni fa il presidente dei vescovi italiani. “Con molta pazienza ma anche urgenza perché ogni giorno in più vuol dire tanta sofferenza in più”.
Non è escluso che dopo la visita a Mosca, la missione dell’inviato del Papa possa proseguire a Washington e a Pechino. “Non vogliamo escludere nessuno“, ha detto interrogato pochi giorni fa dai cronisti il cardinal Parolin.