Il limite massimo per poter svolgere la propria attività lavorativa, ecco le indicazioni normative per le varie categorie.
Chiedersi qual è la soglia entro la quale si può continuare a svolgere il proprio lavoro, non una domanda inutile. Anzi può rispondere alla concreta esigenza di calcolare la contribuzione versata e da versare ai fini pensionistici. Oppure può semplicemente soddisfare l’esigenza di conoscere quanto si può ancora praticare la propria attività, soprattutto nel caso di autonomi e liberi professionisti.
In effetti non è semplice dare una risposta univoca a un quesito del genere. Infatti è possibile dire immediatamente che non esiste una riposta univoca che valga per tutti i casi. La distinzione va fatta a partire dal tipo di mansione e lavoro svolto. Ci sono delle differenze se si lavora nel pubblico impiego, come dipendenti nel settore privati, si è lavoratori autonomi o professionisti.
I limiti anagrafici per continuare a svolgere il proprio lavoro
Una prima considerazione è importante: non si può confondere l’obbligo di collocare a riposo un lavoratore con l’età da cui è possibile farlo per il datore di lavoro. Infatti in molte situazioni lavorative la scelta è libera, anche se questo dipende a quale categoria si appartiene autonomi o dipendenti, settore pubblico o settore privato.
Partendo da questa suddivisione, si può dire che le regole più severe riguardo il limite anagrafico massimo per il lavoro sono per i dipendenti pubblici. In particolare nella Pubblica Amministrazione, il datore di lavoro è tenuto a interrompere il rapporto professionale con il dipendente quando questo ha raggiunto il limite massimo previsto dall’ordinamento a cui appartiene, oppure l‘età per la pensione anticipata o di vecchiaia.
In genere il limite ordinamentale è di 65 anni, ma se il lavoratore a 67 non ha raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia può continuare a lavorare fino a 71 anni, se in condizioni di continuare l’attività. Per i dipendenti privati il lavoro può proseguire fino ai 67 anni di età, ma il datore di lavoro può accordarsi con il dipendente per la continuazione del rapporto lavorativo.
Infine lavoratori autonomi e liberi professionisti non hanno un limite specifico per interrompere il lavoro. Possono continuare a esercitare la loro attività ance dopo i 75 anni, non esistono termini di legge. Tuttavia i liberi professionisti devono far riferimento ai limiti previsti dall’ordine professionale di appartenenza. Un esempio lampante di queste regole sono quelle previste per i notai, il cui Ordine prevede che non sia possibile continuare a esercitare la professione dopo il compimento del 75esimo anno.