Dal fortissimo Zombie al cocktail per curare le sbornie stesse, fino ad un abbraccio invernale: il drink alcolico a base di brodo. Ecco la storia di alcuni dei cocktail più strani
La storia dei cocktail è un viaggio attraverso secoli di bevande alcoliche miscelate con abilità e creatività.
Oggi è molto facile rimandare parole come “Daiquiri”, Mojito e Manhattan ai celebri drink, ma ce ne sono alcuni sconosciuti che possono stupire sia per la loro storia che, soprattutto per i loro ingredienti.
Ripercorriamo allora insieme la storia delle curiose miscele, fino ad arrivare a quella gusto brodo!
Si fa risalire l’origine di queste bevande al XVIII secolo, quando il termine “cocktail” iniziò a comparire nei bar americani. La sua definizione esatta è dibattuta, ma si riferiva generalmente a una miscela di liquori, zucchero, acqua e bitters.
Durante il XIX secolo, la cultura dei cocktail si sviluppò negli Stati Uniti, e furono creati molti dei drink classici ancora popolari oggi, come il Mint Julep e il Sazerac. Il momento del Proibizionismo (1920-1933) in America diede vita al fenomeno dei “speakeasy”, locali segreti dove venivano serviti cocktail illegali.
Ma fu dopo quel periodo all’insegna del proibito che la cosiddetta mixologia conobbe un periodo d’oro, con barman famosi che creavano nuovi cocktail e rinnovavano i classici. Negli anni ’50 e ’60, i cocktail divennero simbolo dell’eleganza e del glamour, grazie a personaggi come James Bond e il suo preferito Martini “shaken, not stirred” (shakerato, non mescolato).
Negli ultimi decenni, la rinascita della mixologia artigianale ha portato a una profusione di cocktail innovativi, con ingredienti freschi e preparazioni sofisticate.
Oggi, i cocktail rappresentano una forma d’arte culinaria e l’industria delle bevande alcoliche continua a prosperare grazie alla continua ricerca di nuovi sapori e al connubio tra tradizione e modernità. Alcuni di questi, non mancano di suscitare stupore e tanta curiosità, quindi andiamo a ripercorrere la storia di qualche pilastro “strano” ma conosciuto della mixologia.
Questo cocktail, nato in Francia proprio in questo anno, da pochi mesi, è forse il più sorprendente tra quelli citati. Esso è composto da brodo vegetale, gin, vodka, succo di limone e olio essenziale di menta. Ha un colore giallo chiaro e un grado alcolico moderato (circa 18%).
L’azienda Monin ha creato questo cocktail per sorprendere i consumatori e per mostrare che il brodo può essere utilizzato anche in preparazioni alcoliche. Perché è stravagante? Perché il cocktail ha un sapore complesso e aromatico che ricorda quello di una zuppa di verdure.
Il brodo vegetale – come si sarà già capito – è l’ingrediente principale. Esso viene preparato con verdure fresche, come carote, sedano, cipolle e pomodori, infine filtrato e utilizzato per preparare la nuova miscela.
Il gin e la vodka invece sono i protagonisti alcolici. Il primo conferisce al cocktail un sapore erbaceo, mentre la seconda ristabilisce equilibrio col suo sapore neutro.
Il succo di limone è invece utilizzato per bilanciare il sapore del brodo, conferendo la tipica nota acidula.
Infine l’olio essenziale di menta è utilizzato per aggiungere al cocktail una nota fresca e aromatica.
Secondo Michael Moberly, responsabile del settore innovazione dell’azienda Monin – il marchio che ha ideato la bevanda e che si occupa a tutto tondo di vini e liquori -, l’uso del brodo o di altri elementi salati nei cocktail permette all’utente di creare esperienze sensoriali complete ed esplorare nuovi sapori.
E ha aggiunto che si possono ottenere ottimi drink da tantissime cose anche a casa, se si tratta ogni ingrediente con la massima cura.
I cocktail strani possono essere trovati in bar e ristoranti di tutto il mondo. Alcuni bar, tuttavia, sono specializzati in cocktail creativi e originali, e offrono una vasta selezione di sapori insoliti.
Ecco alcuni esempi di luoghi dove è possibile trovarli:
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