Con una nota ufficiosa il governo attacca i giudici dopo la conferma dell’indagine sulla ministra del Turismo Santanché. Rinviato a giudizio sottosegretario Dalmastro: rivelò informazioni sul caso dell’anarchico Cospito
“È lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee”. Sono passate da poco le 18 di ieri quando le agenzie diffondono una nota ufficiosa con cui Palazzo Chigi si scaglia contro i giudici dopo il rinvio a giudizio del sottosegretario alla Giustizia Andrea Dalmastro per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso Cospito, l’anarchico che aveva intrapreso lo sciopero della fame per chiedere l’abolizione del 41 bis.
Dopo il caso Santanché, infatti sul governo è arrivata un’altra tegola con l’imputazione coatta del sottosegretario in quota Fratelli d’Italia. A disporla è stato il giudice delle indagini preliminari di Roma, malgrado il pubblico ministero avesse chiesto l’archiviazione. “In un processo di parti non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice dell’udienza preliminare imponga che si avvii il giudizio”, attacca la nota diffusa da fonti di Palazzo Chigi.
A differenza del pm, il gip ha ritenuto sussistenti sia l’elemento oggettivo della violazione sia quello soggettivo del reato, ossia la consapevolezza dell’esistenza del segreto. La procura di Roma dunque dovrà formulare l’imputazione per Dalmastro, che dal canto suo si dichiara innocente: “Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato”.
Il governo va giù duro anche sul caso Santanché. “In un procedimento in cui gli atti di indagine sono secretati è fuorilegge che si apprenda di essere indagati dai giornali, curiosamente nel giorno in cui si è chiamati a riferire in Parlamento, dopo aver chiesto informazioni all’autorità giudiziaria”, afferma dopo la conferma dell’iscrizione nel registro degli indagati della ministra del Turismo con l’ipotesi di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio su presunte irregolarità nella gestione delle società del gruppo Visibilia, fondato dalla stessa Santanchè.
Un caso che col passare dei giorni si allarga. Con la senatrice di fratelli d’Italia infatti, sono indagati anche il compagno Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena e la sorella Fiorella Garnero. Il primo in qualità di ex presidente del consiglio di amministrazione di Visibilia Editore, la seconda in veste di consigliera.
Con loro, lo scorso 5 ottobre i pm milanesi del pool “Crisi d’impresa” hanno iscritto nel registro degli indagati anche altri due ex consiglieri del cda, Massimo Cipriani e Davide Mantegazza, e l’ex presidente del collegio sindacale Massimo Gabelli.
L’opposizione compatta va al contrattacco del governo. La segretaria del Partito Democratico Elly Scheil parla di “pagine davvero inquietanti della cronaca politica italiana” perché, dice, “è assolutamente inaccettabile in un sistema democratico che, anziché rispondere alle gravi accuse nel merito, Palazzo Chigi alimenti un pericoloso scontro tra poteri dello Stato diffondendo una nota con toni intimidatori nei confronti della magistratura”.
Il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte invece bolla la nota come un “vergognoso attacco alla magistratura”.
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