In Italia si bevono 95 milioni di tazzine di caffé al giorno, ovvero 1,6 in media a persona. A dirlo è uno studio di Pambianco relativo al mercato globale del caffè, che rivela anche che il nostro Paese è il settimo al mondo a livello di consumi.
Il consumo di caffè nel mondo
Il primo posto spetta agli Stati Uniti, con 400 milioni di tazzine di caffè consumate ogni giorno, anche se qui il caffè viene sorseggiato come una tisana durante tutta la giornata ed è ben diverso dalla tazzina di espresso consumata al bar.
In termini pro-capite, sono i Paesi del Nord Europa a presentare i dati più alti: 4,4 tazzine di caffè quotidiane per la Finlandia, 3,2 per la Svezia e 2,6 per la Norvegia.
A livello mondiale, il comparto del caffè torrefatto nel 2022 è valutato intorno ai 120 miliardi di dollari (circa 111 miliardi di euro), con consumi pari a 170,8 milioni di sacchi da 60 kg, equivalenti a 3,1 miliardi di tazzine bevute ogni giorno su scala globale.
Pambianco segnala, inoltre, che un recente report di Mediobanca prevede un aumento regolare delle quantità nei prossimi anni, con tassi di crescita compresi tra l’1 e il 2%, cioè si dovrebbero raggiungere 3,8 miliardi di tazzine giornaliere entro il 2030.
Il fatturato non consolidato delle imprese italiane del comparto nel 2022 è stimato da Mediobanca in 4,5 miliardi di euro e l’incidenza Ebitda (tale indicatore mostra l’utile di un’impresa prima che vengano sottratti tasse, interessi, svalutazioni e ammortamenti) sul fatturato delle imprese italiane si attesta all’11,6%. Sempre nel 2022, l’esportazione di caffè torrefatto dall’Italia è aumentata del 12,9%.
In Italia si registrano incrementi a due cifre per i big player del caffè torrefatto, che va in progressione anche nel primo semestre del 2023. Qual è, dunque, il quadro attuale del settore nel nostro Paese? Stando a quanto riferiscono le aziende, il 2022 è stato un anno in crescita, con percentuali interessanti nonostante la crisi energetica e l’inflazione. I driver di crescita sono stati la monoporzione nella GDO e le performance dell’export. Sul piano comunicativo, invece, è la sostenibilità ad attrarre le attenzioni maggiori.
Nonostante la tradizione del caffè al bar, il consumo domestico di caffè in Italia raggiunge l’82% del totale, superiore alla media, pari al 79%, registrata nei Paesi dell’Unione Europea. La GDO italiana canalizza oltre la metà dei volumi di caffè torrefatto venduti, con un ulteriore 20,6% veicolato dalla vendita al dettaglio tradizionale, dai negozi specializzati e dall’e-commerce. Il rimanente 25,2% è, invece, ripartito tra alberghi, ristoranti, caffetterie e catering (15,4%), distributori automatici e Office Coffee Service (9,8%).
Le abitudini in Italia
In Italia, il caffè è molto più di una semplice bevanda: è un rito, una pausa dalla routine quotidiana, un momento di convivialità e socializzazione. Non è un caso se il famoso caffè al bar è diventato un’icona della cultura italiana. Ma quali sono i trend di consumo del caffè nel nostro Paese?
Per molti italiani, la giornata non può iniziare senza una tazzina di caffè, accompagnata o meno da una colazione veloce o da un cornetto al bar.
Secondo il focus condotto da Coffee Monitor, solo il 5% non si abbandona al gusto amaro di questa bevanda. Il 92% consuma il caffè a casa, prediligendo la preparazione con la moka, ma aumentano sempre di più quelli che si orientano sull’uso di capsule e cialde. La parte restante preferisce gustare un buon espresso al bar, magari accompagnato da un dolcetto.
Ma il consumo di caffè in Italia non si limita al mattino: molti amano sorseggiarlo in diversi momenti della giornata, per rendere la mente più lucida e fare una pausa dagli impegni quotidiani.
Anche nel contesto lavorativo, il caffè rappresenta un’irrinunciabile pausa rigenerante e la macchina del caffè è il punto di incontro perfetto per fare quattro chiacchiere con i colleghi. Se la maggior parte degli italiani si concede una tazza al risveglio o nel corso della giornata, c’è anche chi non rinuncia al caffè dopo cena, senza paura di trascorrere la notte in bianco.
Le abitudini di consumo variano curiosamente a seconda delle regioni e delle tradizioni locali. Se i bevitori delle regioni settentrionali prediligono un caffè con blend sottili, un sapore leggermente acidulo e una bassa concentrazione di caffeina, quelli del Mezzogiorno preferiscono un caffè dal gusto rotondo e deciso, caratterizzato da un colore scuro e una consistenza cremosa.
Le differenze tra Nord e Sud si manifestano anche nella tostatura, il processo che permette al chicco di rivelare la sua essenza, sprigionando aromi e sapori unici e inconfondibili. Nel Nord Italia la tostatura è solitamente media, mentre al Sud è più scura e produce un caffè con un sapore più forte e corposo.
Tra metodi innovativi di estrazione, miscele originali e lavorazioni premium, il mondo del caffè è in continua evoluzione. Quali sono le tendenze più recenti che stanno rivoluzionando il settore?
Tra le ultime novità spicca il cosiddetto caffè gourmet, realizzato utilizzando varietà di caffè pregiate e costose, come il Panama Gesha e il Jamaica Blue Mountain, e attraverso lavorazioni innovative, tra cui le fermentazioni in barrique e i caffè congelati.
I cocktail a base di caffè sono diventati un must nei bar più esclusivi, che offrono opzioni come il Gin Tonic Cold Brew, l’Espresso Martini o il Coffee Kombucha.
Il piacere del caffè freddo continua a diffondersi, mentre una novità più recente è l’abbinamento tra caffè e vegetali, come la frutta fresca e gli estratti di agrumi.
Infine, sta prendendo sempre più piede il caffè freddo in lattina o in bottiglietta, pronto da bere e da portare sempre con sé, che sta conquistando soprattutto i consumatori più giovani.